PRESENTA
Call Of Duty - Black Ops [1 DVD9 - Ita][TNT Village]
.: LOCANDINA :.
.: SCHEDA :.
Nome Release: Call of Duty Black Ops
Size: 7.75 GB
Data di uscita Internet: 09 novembre 2010
Genere: FPS
Lingua: Italiano
Piattaforma: PC
Sviluppatore: Treyarch
Data di uscita Ufficiale: 09 novembre 2010
.: RECENSIONE :.
Il compito che aspettava Treyarch non era
certamente dei più facili, riuscire a colmare il vuoto lasciato da Infinity Ward in
Activision, scrollandosi di dosso l'etichetta di software house di scorta, quella
degli episodi dispari e degli spin off, pronta a scendere in campo da brava gregaria
quando i titolari devono riposarsi in attesa del prossimo grande incontro. I ragazzi
americani si sono trovati quindi in una posizione pericolosissima, le aspettative
sono tante, sia da parte degli utenti, sia ovviamente da parte del publisher,
scottato dall'affaire Infinity Ward. Senza timore di smentita è possibile dire che
la scommessa targata Treyarch/Activision è stata vinta su tutti i fronti, tanto nel
single quanto nel multiplayer; la cosa interessante è che gli sviluppatori non si
sono limitati a fare "solo" un ottimo titolo, andando a lavorare di cesello su
quanto la serie ci ha proposto sinora, ma anzi hanno realizzato un titolo originale
e pieno di spunti, coerente con le promesse fatte, ma decisamente spiazzante e
inventivo, corposo e emozionante: la vera prova della maturità della software house
americana.
Trust no one
La storia alla base del single player difficilmente può essere sintetizzata senza
cadere in spoiler o rivelazioni scottanti. Questo per dire che Call of Duty: Black
Ops non è un semplice "simulatore di operazioni speciali" ambientato in piena guerra
fredda come si è tentato di far credere, ma mischia senza paura di cadute di stile,
senza il timore di finire nel campo minato della serie B caciarona piena di botti e
esplosioni, sia la fredda cronaca di missioni di infiltrazione e sabotaggio, sia
tematiche più assimilabili al thriller spionistico vero e proprio, con derive da
teoria delle cospirazione, armi di distruzione di massa, con tanto di scienziati
nazisti e controllo mentale. Quello che ne esce fuori è un racconto appassionante,
narrato attraverso flashback, cambi di prospettiva e protagonista, e che missione
dopo missione ci lascia sempre più incuriositi fino allo spiazzante finale. Non
siamo solo dalle parti di Platoon o Apocalypse Now, Black Ops mette in gioco anche
atmosfere alla Bourne, d'altronde gli operatori SOG delle forze speciali lavoravano
in ambito CIA, e infiocchetta il tutto con dei memorabili momenti a metà tra sogno e
realtà che da soli valgono il prezzo del biglietto. Il protagonista è Alex Mason, ex
marine, ora membro dei gia citati SOG, antesignani delle attuali forze speciali, i
veri padri dei Tier 1 che abbiamo imparato a conoscere in Medal of Honor, legato e
rinchiuso in una stanza per interrogatori circondato da numerosi monitor sui quali
girano incessantemente dei numeri, il quale viene torturato proprio per sapere cosa
siano quei numeri e cosa lui sia diventato. Il duro interrogatorio è quindi il mezzo
per conoscere la verità, la quale viene messa in scena come rievocazione di numerose
missioni in giro per il mondo, in un arco di tempo tra il 1961 e il 1968 e che
inizia fulmineamente proprio durante il fallito tentativo di invasione di Cuba,
sulle spiagge sabbiose della Baia dei Porci. La missione, beh è quella che tutti
possono immaginare, uccidere Castro. Uno dei punti di forza del gioco è proprio
quello di mostrare figure storiche realmente esistite (McNamara, Kennedy), o come in
questo caso, esistenti e inserirle in un contesto fantapolitico, rendendo quella che
a conti fatti è pura fantascienza, assolutamente reale e plausibile. La sospensione
dell'incredulità non viene mai messa a dura prova, l'intreccio riesce alla
perfezione nel ripensare e dare forma a tematiche certamente non originalissime,
internet in questo senso è piena di siti riguardanti certi argomenti, ma il tutto
viene maneggiato con estrema abilità e messo al servizio di missioni che per qualità
media superano in scioltezza i migliori esponenti del genere.
Oltre la cortina di ferro
Innanzitutto Call of Duty: Black Ops pur non essendo lunghissimo in senso assoluto,
è certamente più longevo della concorrenza: giocando a livello normale, il titolo si
porta a termine tra le sei e le sette ore, con momenti in cui si sudano davvero le
proverbiali sette camicie per arrivare al check point. Al terzo livello di
difficoltà, esperto, si arriva intorno alle otto, includendo ovviamente le molte
volte in cui, come nella missione ambientata durante l'assedio di Khe Sanh, si muore
crivellati dai colpi delle centinaia di vietcong che attaccano la base. Qui però
bisogna fare una considerazione, ad esperto, per non parlare poi di veterano, ci si
imbatte in passaggi in cui lo spauracchio di ogni FPS, la frustrazione causata da
problemi di respawn eccessivo fa capolino più e più volte. Per nostra fortuna però
il gioco ci invita a variare approccio all'azione, a non fiondarci a testa bassa
verso il successivo trigger, facendoci muovere con cautela, spostandoci di copertura
in copertura, usando quando necessario, ovvero molto spesso, le granate fumogene per
accecare i nemici. Difficile e tosto, al limite del lancio del pad qualche volta, ma
si ha sempre l'impressione di avere tutto sotto controllo, e di poter andare avanti
aguzzando l'ingegno, sfruttando il level design e il nostro armamentario. Un numero
di ore tutto sommato più che sufficiente, non difettano di ritmo e anzi, partono
subito col botto, e che si mantengono elettrizzanti e intense sino alla fine.
Scripting e linearità sono alla base della ricetta di Treyarch e complice la varietà
delle situazioni che si affrontano nel corso delle quindici missioni che compongono
il gioco, c'è poco spazio per lamentarsi del fatto che si avanza seguendo il copione
scritto dagli sviluppatori. Black Ops non si fa mancare nulla, getta nella mischia
tantissime situazioni diverse, riuscendo, come scritto poco sopra, a rinnovare
elementi triti e ritriti. Abbiamo scontri notturni in ambiente urbano, giganteschi
assedi, infiltrazioni in munitissimi cosmodromi, battaglie sui fiumi e in aria,
corse a perdifiato sui tetti di Kowloon a Hong Kong, basi segrete e visto che il
Vietnam la fa da padrone, giungla a non finire e tunnel da ripulire armati di torcia
e revolver. Ognuna di queste missioni è punteggiata da momenti memorabili, svolte
improvvise negli avvenimenti e cambi di ambientazione, il ritmo è sempre frenetico e
serrato, sia gioco forza negli spazi stretti, sia nelle non rare fasi dove il level
design allarga gli ambienti dandoci la possibilità di tentare un approccio diverso
rispetto alla solita corsa verso il check point. Treyarch è riuscita nella difficile
impresa di creare un perfetto equilibrio tra il piano della narrazione globale del
gioco, accattivante e complessa e quella interna alle missioni, cosa che non era
riuscita nel secondo capitolo di Modern Warfare, in cui un plot zoppicante era
costruito su missioni dalla qualità non sempre elevata. In quest'ottica gli allievi
hanno superato i maestri realizzando un titolo potente e appassionato, che esplicita
la voglia degli "eterni secondi" di fare qualcosa di estremamente personale, come se
finalmente avessero potuto fare il titolo da sempre sognato, senza comunque
stravolgere i canoni del genere. Un'attenzione alla messa in scena che trascende il
target di riferimento del gioco, pieno di riferimenti cinematografici: oltre a
Platoon e Apocalypse Now troviamo chiari e forti rimandi ad Hamburger Hill e La
Grande Fuga e altro che causa spoiler non è possibile citare, ma c'è anche Lost, e
tutte le scene dell'interrogatorio e le bellissime sequenze di apertura di ogni
missione fanno lettaralmente fare il salto di qualità al gioco. In questo senso,
l'immedesimazione con Mason ha gioco facile nel prenderci e accompagnarci con mano
fino al finale, facendoci letteralmente sobbalzare anche noi sulla sedia ad ogni
scarica ricevuta durante l'interrogatorio. Piacevoli e divertenti anche le fasi con
i mezzi che incontremo nel gioco che non sono utilizzati per semplici sessioni "su
binari" ma vengono guidati in prima persona. In una missione piloteremo un
elicottero e una volta messa a ferro e fuoco una vallata, il seguente scontro con
gli elicotteri nemici viene giocato come se ci trovassimo di fronte a una serie di
boss di fine livello. C'è veramente di tutto insomma e quando poi non potremo
guidarli direttamente potremo sempre contare sul loro supporto indirizzando il fuoco
delle armi verso i bersagli da colpire.
Scommettiamo?
Sul versante multiplayer, Call of Duty: Black Ops si muove con lo stesso passo del
single player, ovvero non cullandosi sugli allori del franchise, ma anzi usandoli
come punto di partenza per costruire qualcosa di nuovo. Le novità sono
fondamentalmente due, l'inclusione dei CoD Points, attraverso i quali cambia il modo
in cui si sblocca tutto "lo sbloccabile" del nostro personaggio, e le cosiddette
partite a scommessa, quattro nuove modalità in cui si mettono in palio i punti
guadagnati, alzando o abbassando la posta in gioco. Contrariamente all'impostazione
classica negli FPS competitivi in cui i vari oggetti per personalizzare il proprio
soldato venivano resi disponibili mano a mano seguendo una progressione lineare, ora
a seconda delle prestazioni nelle partite, quindi vincendo o ottenendo performance
degne di nota, si guadagnerà della moneta spendibile per acquisire potenziamenti per
le armi e altri gadget, potendosi muovere liberamente, comprando solo quanto
desiderato. Inoltre sono state implementate delle sfide, chiamate Contratti, per
guadagnare ulteriori soldi. Queste ci impegnano nel portare a termini obiettivi
legati allo sfruttamento di un'arma, a particolari kill e via dicendo; la cosa
interessante è che devono essere acquistate e portate a termine in un dato lasso di
tempo, pena l'annullamento del premio, ergo perder tempo con un'arma appena comprata
non è consigliabile se si è attivata un contratto con un'altra. Questo inedito modo
per decidere come combattere è sembrato decisamente funzionale e ben congegnato; se
le armi comunque si rendono disponibili al salire di livello, tutto il resto può
essere comprato liberamente da subito, come equipaggiamento, granate o ottiche,
sempre se si hanno i fondi necessari. In tal senso si può essere gratificati anche
con le prime armi disponibili, se si azzecca il proprio "load out", e i perk da
attivare (tre da scegliere su un totale di diciassette). Oltre alle varie modalità
di gioco classiche quelle a scommessa rappresentano un'inclusione davvero gradita, e
dopo averle testate a fondo è possibile dire che non sono dei semplici passatempo
tra un deathmatch a squadre o un cattura la bandiera, ma riescono a vivere di vita
propria, con un'identità definita, ed è plausibile supporre che ruberanno diversi
giocatori al multiplayer "classico". Tra le quattro a disposizione, quella
sicuramente più impegnativa, elettrizzante e da giocare col cuore in gola è "Un
colpo in canna" in cui si parte tutti con un proiettile nella pistola e due vite. Ad
ogni uccisione si guadagna un proiettile in più, vince chi rimane in vita per ultimo
ovviamente. Anche "Età della pietra" si lascia giocare con estremo piacere: questa
volta si ha a disposizione la balestra a dardi esplosivi e il pugnale balistico. La
partita diventa una sarabanda di esplosioni, giocata però con un pizzico di
tatticismo visto che le frecce non esplodono a contatto, ma solo qualche secondo
dopo essere state scoccate, di conseguenza si possono uccidere gli avversari tanto
sparandogli addosso (occhio a non essere troppo vicini però!) tanto creando una
sorta di campo minato intorno a loro. Molto divertente e frenetica, e come scritto
in precedenza meno "stupida" di quanto si potrebbe pensare. Concludono le modalità a
scommessa "Gioco delle Armi" e "Tiratore Scelto", nella prima tutti partono con la
stessa arma e ad ogni uccisione si ottiene quella successiva cercando di arrivare
all'ultima, per un totale di venti livelli, mentre nella seconda tutti hanno la
stessa arma, che cambia ogni trenta secondi. Anche queste sono molto interessanti e
divertenti, ma danno l'idea di reggere meno sul lungo periodo rispetto a "Un colpo
in canna" e "Età della pietra".
Numeri
Parlando di numeri, sono disponibili quattordici mappe, tutte mediamente grandi,
fatta eccezione per Nuke Town, presa di peso dalla città per i test nucleari vista
in Indiana Jones IV, e tutte graziate da un level design ispiratissimo, mai banale e
che alterna spazi ampi e stretti corridoi, diversi punti sopraelevati e "passaggi
segreti"; esemplare in questo senso la mappa Giungla, una intera vallata a nostra
disposizione, tra casupole, collinette, fiume, stretti sentieri e ponti di legno.
L'impressione è che le mappe, nonostante siano state create tenendo in mente un
certo tipo di approccio piuttosto che un altro, siano perfette e congegnate per non
limitare nessuno, sia quelli che preferiscono gli scontri dalla distanza, sia quelli
ravvicinati, rendendole tutte piacevoli e sempre utilizzabili. Le armi sono poi
tantissime, e chi teme che il setting possa mettere in gioco solo ferri vecchi
poco performanti, può stare tranquillo; le ottiche, più o meno
realmente esistenti all'epoca, le rendono tutte pari al nuovo di oggi, e comunque
appaiono (anche nel single player) fucili decisamente moderni come Steyr Aug e Famas
a fare compagnia a una pletora di armi degli anni '60 presenti in diverse
configurazioni, tanto per rimpolpare un numero già di per sè molto alto. Alla stessa
maniera alto è il numero delle killstreak ottenibili dopo un minimo di tre uccisioni
di fila, a partire dall'aereo spia fino alle undici che premiano il giocatore con i
mortali cani da guardia e la gunship. Nel mezzo alcune ricompense davvero efficaci:
se con la macchinina radiocomandata si esalta l'aspetto ludico della killstreak,
attivando la postazione SAM o la torretta automatica si ottengono risultati tattici
davvero notevoli. Se poi facciamo cadere sugli avversari tonnellate di bombe ad alto
potenziale,
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