Epica - The Phantom Agony (2003), [LOSSY MP3 320 Kbps] Symphonic

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  • Artist: Epica
  • Format: mp3 - lossy

Epica - The Phantom Agony (2003), [LOSSY MP3 320 Kbps] Symphonic (Size: 127.75 MB)
 01 Adyta (The Neverending Embrace).mp33.31 MB
 02 Sensorium.mp311.03 MB
 03 Cry For The Moon (The Embrace That Smothers - Part IV).mp315.46 MB
 04 Feint.mp39.9 MB
 05 Illusive Consensus.mp311.45 MB
 06 Facade Of Reality (The Embrace That Smothers - Part V).mp318.74 MB
 07 Run For A Fall.mp314.96 MB
 08 Seif Al Din (The Embrace That Smothers - Part VI).mp313.28 MB
 09 The Phantom Agony.mp320.62 MB
 10 Triumph Of Defeat.mp39.01 MB


Description

Epica - The Phantom Agony (2003), [LOSSY MP3 320 Kbps] Symphonic metal [Tntvillage]

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The Phantom Agony
by anno2036

Cover
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Album
Title: The Phantom Agony
Year: 2003
Genre: Symphonic metal, Progressive Metal
Label: Transmission

Tracklist
1. Adyta (The Neverending Embrace)
2. Sensorium
3. Cry for the Moon (The Embrace That Smothers, Part IV)
4. Feint
5. Illusive Consensus
6. Façade of Reality (The Embrace That Smothers, Part V)
7. Run for a Fall
8. Seif al Din (The Embrace That Smothers, Part VI)
9. The Phantom Agony
10.The Phantom Agony (single version, bonus track on some editions)

Description
fonte: Visit this link: http://it.wikipedia.org/wiki/The_Phantom_Agony_(album)
The Phantom Agony è il disco di debutto della symphonic metal band Epica.
È stato pubblicato il 29 luglio 2003 sotto l'etichetta Transmission Records ed è stato progettato, prodotto e registrato da Sascha Paeth al Pathway Studio di Wolfsburg, Germania.
Le sonorità vanno dall'Heavy Metal alla musica sinfonica. Oltre alla band nel disco suona una vera orchestra, composta di 2 violini, 2 viole, 2 violoncelli e un contrabbasso. La voce di Simone (mezzosoprano) è accompagnata dai potenti growl e scream di Mark, che impeccabilmente si mescolano su una base metal accompagnata dall'orchestra. I temi trattati sono attualità, politica e filosofia.

Review
fonte: Visit this link: http://truemetal.it/reviews.php?op=albumreview&id=5947
La band suona un metal ibrido, nel tanto discusso filone che ha portato al successo band come Nightwish, Within Temptation ed Evanescence. Il cantato di Simone è lirico e altamente melodico: la bella ragazza è infatti una brava mezzosoprano, con una voce ben impostata. Il sound della band è però più vicino al Power che al Gothic rispetto ai connazionali Within Temptation, mostrando una predilezione per ritmi più incalzanti e tempi più veloci. Non mancano le ballad lente e struggenti, come passaggi cupi in growl eseguiti da Mark Jansen; ma la sensazione principale è di grande maestosità e possenza, talvolta al limite dell’eccesso. Il tratto più caratteristico degli Epica è l’uso di orchestrazioni avvolgenti, nonché di cori lirici alla maniera dei classici.
Il risultato in questo primo lavoro è apprezzabile: i punti deboli sono pochi e diversi passaggi sono davvero azzeccati. Il difetto, come spesso accade in questo genere molto melodico e un po’ melenso, è che manca talvolta un pizzico di cattiveria ed aggressività. Alcune canzoni tendono ad appiattirsi e a spegnersi, senza graffiare ed incidere come si dovrebbe. Come esempio valga il growl di Jansen, che pur essendo molto curato nelle ritmiche, tecnicamente più che buono, non esprime mai vera rabbia, ma si limita ad essere un orpello scenografico, uno “strumento” come gli altri. È comunque più apprezzabile qui che nel cd successivo, dove l’uso è stato ridotto e un po’ trascurato.
Passando alle canzoni: “Adyta” è una discreta introduzione corale alla maniera di Palestrina e soci. La batteria aiuta a calarsi nel presente, il tema di tastiera introduce al primo episodio cantato, “Sensorium”. La canzone è un ottimo biglietto da visita, essendo ben costruita e degnamente arrangiata. I tempi non sono molto alti, ma l’uso di ritmiche interessanti nelle chitarre e nell’orchestra evita la noia e la banalità. Interessante l’intermezzo in growl, e soprattutto la sezione corale polifonica nella parte finale.
“Cry For The Moon”, legata concettualmente ad altri episodi dell’album (contrassegnati dal titolo “The Embrace that Smothers”), si apre su ritmi di ampio respiro, degni della rhapsodiana definizione “film score metal”. I tempi si alzano col passare dei minuti, ma l’impressione “epica” rimane. Ancora una volta la differenza la fa la sezione ritmica, particolarmente curata ovunque, e in particolare nei micro-episodi in growl e nella linea melodica degli archi. Si può qui apprezzare anche per la prima volta la bellezza dei testi degli Epica, che affrontano temi non semplici come la religione e la guerra in modo non scontato ma nemmeno oscuro. I concetti sono espressi in modo lineare ed efficace, e soprattutto, sono ottimamente calati nella veste musicale.
“Feint” è la prima ballad dell’album. Rispetto alla sorella, “Run for a Fall”, è sicuramente più riuscita. Simone affronta il difficile campo del “lento” con buona espressività, anche se, probabilmente, in questo campo perde il duello con la quotata Tarja Turunen. Gli spunti Nightwish sono fin troppo evidenti e il ritmo è un po’ troppo lento, ma l’impressione generale non è negativa. Diverso il discorso per l’appena citata “Run for a Fall”, i cui sei minuti abbondanti faticano a scorrere, impacciati su tempi troppo lenti e con un’interpretazione un po’ fiacca. Mi si permetta anche di notare alcune piccole stonature della Simons nelle note più acute, dove risulta a volte lievemente calante.
“Seif Al Din” è un episodio interessante, ma di transizione e un po’ manierato. Riuscita l’evocazione di atmosfere orientali, come già il titolo suggerisce: Simone si dà da fare con melismi “etnici” su quarti di tono, mentre la responsabilità del cantato ricade su Jansen, che però questa volta risulta meno efficace che negli altri casi. La sezione parlata divide in due il brano, che si conclude su ritmi più rapidi e concitati, che ricordano alcuni episodi di “Once” dei Nightwish come “The Siren”.
Dulcis in fundo, le due suite: due veri capolavori, complessi al punto giusto e costruiti con grande passione da parte del talentuoso combo olandese. Stiamo parlando, ovviamente, della title-track “The Phantom Agony” e della stupenda “Façade of Reality”, il vero “must” della band. L’impegno crescente sulle tematiche, la cura dei dettagli anche più minuti, e, soprattutto, una scelta quasi maniacale dei ritmi e dei timbri più efficaci da usare, sono le carte vincenti di queste due composizioni. L’alternanza di voce pulita, cori espressivi e growl permette la giusta varietà, nonché l’enfatizzazione dei passaggi concettuali più importanti. Bello stavolta anche l’uso del parlato: l’introduzione sussurrata “spiritesca” della title-track è forse il momento più toccante dell’intero album, mentre la sezione centrale di Façade, oltre a concedere all’ascoltatore un attimo di respiro, focalizza l’attenzione anche dei più distratti sull’argomento della canzone, gli orrori del fanatismo religioso e la tragedia dell’11 Settembre. Cosa davvero inusuale, poi, gli Epica si dimostrano dei veri maestri nell’uso dei tempi dispari, quasi come un gruppo prog consolidato. Davvero bravi!

Biography
fonte: Visit this link: http://it.wikipedia.org/wiki/Epica_(gruppo_musicale)
La band è nata nel 2002 dall'incontro del chitarrista Mark Jansen (ex After Forever) e della sua ragazza Simone Simons, una giovane mezzosoprano, ai quali si sono aggiunti Jeroen Simons (Cassiopeia) alla batteria, Coen Jansen alle tastiere, Ad Sluijter alla chitarra e Yves Huts (Axamenta) al basso. Inizialmente la band prese il nome di "Sahara Dust".
Nel novembre del 2002 venne registrata una demo intitolata Cry for the Moon, della quale furono rilasciate solo 100 copie nel gennaio 2003, e che conteneva solo due canzoni: Cry for the Moon, scritta da Jansen, e Illusive Consensus, scritta da Simons. La canzone Cry for the Moon tratta il tema scottante dei preti pedofili e della copertura che le gerarchie della chiesa cattolica forniscono ad essi. La band si esibì per la prima volta il 15 dicembre 2002 a Tilburg, Olanda, come supporter degli Anathema.
Nel marzo 2003 Mark decise di cambiare il nome della band in Epica, in onore dell'album dei Kamelot, e nel giugno dello stesso anno venne rilasciato il loro primo album: The Phantom Agony, dal quale sono stati estratti tre singoli: The Phantom Agony, Feint e Cry for the Moon. Dei primi due singoli sono stati girati anche i video.
Nell'ottobre 2004 la band rilascia il dvd We Will Take You With Us, che contiene un'esibizione della band con il coro e l'orchestra, due performance acustiche di Feint e di Run for a Fall, un documentario e l'inedito Memory, cover del famoso brano tratto dal musical "Cats".
Dopo il successo del cd e del DVD, la band torna in studio, e il 21 aprile 2005 esce Consign to Oblivion, il loro secondo disco, ispirato ai Maya, a cui segue il 10 maggio il singolo Solitary Ground, accompagnato da un video.
Il 15 settembre 2005 esce già un terzo disco: The Score - An Epic Journey, colonna sonora del film, Joyride. Il 21 ottobre è la volta del singolo Quietus (in due versioni), che, nonostante sia uscito dopo il rilascio di The Score, e la versione della canzone assomigli alla "Score version", è un estratto dell'album Consign to Oblivion.
Nel maggio 2006 esce l'audiobook The Road to Paradiso, un libro che racconta la storia della band da quando aveva ancora il nome di Sahara Dust fino al loro entusiasmante concerto al Paradiso di Amsterdam.
Il 28 agosto 2007, (7 settembre per l'Europa), esce il disco The Divine Conspiracy, che segnala una svolta nello stile della band, mostrando una maturità compositiva inaspettata, un metal molto sinfonico con numerosi passaggi orchestrali, acustici e con atmosfere che tendono a creare passaggi adatti a colonne sonore di film.
Il concept di The Divine Conspiracy riguarda "la teoria che il protagonista ha rivelato: L’idea è basata sulla teoria per cui, come prova, Dio creò tutte le diverse religioni e le diede agli Uomini per vedere se fossero in grado di comprenderne la vera natura, capendo che tutte le religioni sono da ricondurre a una sola. L’umanità lo capirà o continuerà a uccidere le persone che lo comprendono ?"
Genere
Gli Epica sono considerati una band che fonde principalmente Symphonic metal, Melodic Death metal, Symphonic gothic metal, Symphonic power metal, progressive metal e Symphonic black metal. Il chitarrista e compositore Mark Jansen ha dichiarato che togliendo la voce di Simone e le orchestrazioni rimarrebbe solamente il Death Metal.
La cantante Simone Simons preferisce descrivere gli Epica come symphonic metal, mentre il tastierista definisce il proprio genere come "un ponte tra il symphonic metal ed il gothic metal".
Le canzoni degli Epica sono spesso arricchite da melodie arabe e da porzioni di testo in latino.
Quasi tutti i membri della band preferiscono non esser descritti come Gothic metal in quanto questo genere rappresenta solo un'influenza marginale.
Molti notano che il sound della band si è molto appesantito dall'entrata nel gruppo di Isaac Delahaye, ex chitarrista della band Death metal God Dethrone.
Lo stile degli Epica prevede cori maestosi, orchestrazioni da colonna sonora, chitarre potenti, melodie epiche ed un intersecarsi fra il Growl/Scream di Mark Jansen e la soave voce di Simone Simons. L'alternarsi di queste due voci è descritto dai critici come "l'intersecarsi della luce con le tenebre in una vorticosa ridda stralica ed inseme voluptadica, siccome Yin e Yang, chiave del mistero umano e della sua eterea essenza".
Per quanto riguarda i testi delle canzoni, gli Epica sono soliti trattare temi che riguardano filosofia, attualità e cronaca, denuncia sociale, sociologia, apocalisse, politica, fisica quantistica, psicologia e Teologia. Vi sono anche canzoni introspettive.
Altri temi ricorrenti delle canzoni degli Epica sono la cultura maya ed il mistero del 2012.

Format
MP3 - 320 Kbps - 44 kHz

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