[Flac] Angelo Branduardi - Angelo Branduardi (1974) [TNTVillage]

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Description

ANGELO BRANDUARDI




ANGELO BRANDUARDI (1974)

FLAC+CUE, one single track - cover, booklet and lyrics (pdf)

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Angelo Branduardi è l'esordio di, appunto, Angelo Branduardi, pubblicato nel 1974 dalla RCA. Subito uno sguardo alla lineup, impreziosita da turnisti di gran lusso come Silvano Chimenti e Enzo Restuccia, da un'icona del contrabbasso jazz come Giovanni Tommaso e dal leggendario polistrumentista Paul Buckmaster (per citare qualche sua collaborazione, oltre a quella, arcinota, con Elton John: Blood, Sweat & Tears, Miles Davis, Quatermass, Leonard Cohen, Amanda Palmer e ilDavid Bowie di Space Oddity) -ci sono tutti gli ingredienti per un debut da ricordare. In realtà, Branduardi aveva già sottoposto un album alla RCA, ma era stato respinto perché poco vendibile; stuzzicato da un A&R di palese incompetenza che chiedeva un disco "a concetto" (probabile intendesse un concept), ecco che il cantautore produce, metà per scherzo e metà sul serio, la storia di un uomo che passa dalla solitudine alla scoperta dell'amore e alla nascità di un figlio, fino all'estasi finale.
E di estasi (musicale) si tratta. Se infatti il disco non ha la complessità della ricerca storica del Branduardi più maturo (si pensi al ciclo Futuro Antico o a L'Infinitamente Piccolo), il debut album ribolle di creatività e energia vitale. La chiave d'accesso a tutte le melodie è la magia del passato, cristallizzata in suoni a metà strada tra il folk - non necessariamente italico - e il rock progressivo (quello sì, genuinamente tricolore), con strutture sonore elaborate ma tenui e capaci di toccare le corde giuste. Il maggior complimento che si possa fare al lavoro di composizione è, in ogni caso, che mai i numerosi contributi strumentali arrivano a soffocare le linee melodiche, molto "terrene" ed efficaci, inserendosi anzi in un'architettura di contesto non invasiva: è lì per chi vuole ascoltarla, ma non impone la propria presenza. I brani sono tutti firmati dal solo Branduardi (allora ventiquattrenne ma già abile nel plasmare la materia musicale a suo piacimento), ad eccezione della semi-strumentale Eppure Chiedilo agli Uccelli, contributo del già citato Buckmaster, che per il resto dissemina tocchi raffinati nel corso del disco, senza quasi essere notato al primo ascolto. In realtà proprio l'inglese, assieme allo stesso Branduardi e al drummer Restuccia, forma la solidissima impalcatura alla base di ogni idea; su questa eccezionale base si innestano con facilità i contributi dei flauti -i più evidenti, grazie al lavoro del noto musicista belga Joel Vandroogenbroeck, che aveva da poco suonato anche con Riccardo Cocciante, e alla comparsata dell'indimenticato e grandissimo Alfio Galigani, scomparso nel luglio del 2010 nel silenzio della stampa anche specializzata. Spostandoci sul versante dei testi (sapendo che nella musicologia branduardiana la parola vale tanto quanto la nota, se non di più, in quanto portatrice di messaggio), quello che emerge tra una citazione della Bibbia, un canto pellerossa e un mito indiano è sì l'attenzione alle vicende dell'uomo, ma anche la loro non centralità rispetto al regno millenario (a sua volta citazione dallo scrittore austriaco Robert Musil). L'uomo è l'infinitamente piccolo, come avrà modo di dire Branduardi in tempi più recenti, eppure la musica, che è arte sublime sopra ogni altra, deve raccontare le vicende di chi cammina sulla terra, non potendo aspirare, se non per brevi momenti, all'intuizione del divino.
Al di là della notevole importanza storica, il debut album di Angelo Branduardi è un disco di sicuro valore, più immerso nella contemporaneità musicale di quanto ci si aspetterebbe, e più abbordabile di altri suoi lavori anche più noti. Non c'è, d'altro canto, rimedio a quella ruvidezza che è frutto dell'inesperienza, ma, volendo, è un valore aggiunto di un album piacevole e insolito.
by Filippo Festuccia "Zarathustra" su Metallized

It was so much time ago that I discovered the first three albums of Branduardi, learning to play each song on classical guitar (where possible for my poor skill), so I'm now often confused about which sings are on which album.
I didn't know anything, actually, of Pentangle and Malicorne, except that many people was saying that Angelo was "copying" them. I don't think that arranging and playing the same traditional British song of another band can be called "copying", specially if the arrangements are different. In addition Angelo didn't make many "covers". At least his musics are mainly original while sometimes the lyrics are translations of poetry like on "Confessioni Di Un Malandrino".
This first album is a bit immature, but in the same time it's very fresh. There were no other artists in Italy playing or creating music of this kind. Angelo has been the very first.
Some of the songs can appear a bit pop.oriented, like the opener "Re Di Speranza" or "Lentamente" or the closer "Il Regno Millenario". In the sense of the artsy pop of that time. There's also an "eclectic" filler like "Eppure Chiedilo Agli Uccelli" that will remain an episode. Angelo won't make anything similar later and effectively this is the only song whose music is not written by him.
For who doesn't know this artist, this is mainly an acoustic artist, skilled in violin and classical guitar and a particular whispered high-pitched voice. He has been defined "a modern minstrel" because his songs are often stories or fairy tales or legends. The music has a medieval flavor also because of the use of medieval instruments like the dulcimer, but his middle age is dreamy and legendary. Be prepared to travel into a magic land of fairies and dreams even if you don't speak Italian.
by octopus-4 (Progarchives.com)






Angelo Branduardi nasce a Cuggiono, un piccolo comune alle porte di Milano, il 12 febbraio 1950, ma all'età di tre mesi si trasferisce, al seguito della famiglia, nel capoluogo ligure:
«Noi a Genova abitavamo nel quartiere pittoresco dell'angiporto – cioè contrabbandieri e prostitute – e non eravamo di certo una famiglia ricca. [...] Mia madre non ha mai chiuso la porta di casa a chiave, nonostante sotto di noi ci fossero due fratelli che entravano e uscivano dalla galera. »
(Angelo Branduardi)

Il padre è un melomane. A Genova Angelo conosce l'ambiente musicale della scuola dei cantautori, che rappresenterà un importante stimolo per la sua attività artistica. Rimane al tempo stesso influenzato dalla musica d'oltremanica, tanto da considerare, anche a molti anni di distanza, Donovan e Cat Stevens come propri idoli musicali.
Volendo intraprendere una carriera concertistica, si dedica allo studio del violino, diplomandosi al Conservatorio di Genova all'età di soli 16 anni (tra i più giovani diplomati al conservatorio d'Italia), in seguito assecondando l'intima esigenza culturale di imparare a suonare la chitarra e di comporre le prime canzoni ispirandosi a testi di poeti come Sergei Esenin, Dante, e al suo maestro Franco Fortini, a cui dedicherà, in occasione della sua scomparsa, la title-track dell'album Domenica e lunedì. Proprio sulle parole di una poesia di Esenin compone uno dei suoi brani più celebri, Confessioni di un malandrino (1975). Nello stesso periodo incontra Luisa Zappa, che sposerà e che è tuttora sua moglie e compagna d'arte, scrittrice di quasi tutti i suoi testi.Molte delle musiche più famose di Angelo Branduardi traggono ispirazione da brani di un passato lontano e spesso dimenticato. Branduardi pertanto è fautore di una riscoperta del patrimonio musicale antico non solo nazionale ma anche europeo (come dimostrano d'altronde Futuro antico I, II, III, IV, V e VI) e per questo è stato, ed è tuttora, apprezzato in Germania (dove ha portato in tour La Lauda di Francesco), Francia, Belgio, Olanda, Svizzera e altri paesi europei ed extraeuropei (by Wikipedia).


Angelo Branduardi was born in Cuggiono, in the Milan area. Later his family settled in Genoa; there, at the "Niccolò Paganini" music academy, Angelo got his violin certification, and started playing as a soloist with the orchestra of the Academy. At the age of fifteen he moved again, this time to Milan, in order to attend high school, where he was taught by the great poet Franco Fortini. After that, he took up Philosophy at university; during that time he started composing, putting the texts of his favourite authors into music. "Confessioni di un malandrino" by the Russian poet Sergej Esenin, one of his most famous songs, dates indeed from those years.
Still very popular to this day, Branduardi can be considered a progressive artist due to his great love for folk and classical music, which have always been essential sources of inspiration to him. During his long career he has always been very consistent in his style, and never compromised in order to gain commercial success. His eponymous first album, released in 1974, is one of the most appealing for prog fans; but the great success came with "Alla fiera dell'est", recorded for Polydor in 1976. Both the single and the LP were top hits in Italy, and also made the artist very famous in other European countries such as Germany and France, where most of his albums have been issued, often in different versions than the originals, and Branduardi has constantly toured.
Combining traditional folk tunes (often from northern Europe) with classical music, Branduardi, a trained violinist, has created a distinctive style that is still very popular nowadays. Over the years he has worked with many other Italian artists , and his collaboration with Banco del Mutuo Soccorso is noteworthy for prog fans: Branduardi played violin on "Come in un'ultima cena", and translated the lyrics for the English-language version of that album, "As in a last supper". Banco's members also played with him on the live "Concerto" 3-LP box set.
by Michael (Micky) and Raffaella (Raff) Berry (Progarchives.com)




Angelo Branduardi - Angelo Branduardi (Cd EMI 090 7801022 - 1974)


1. Re di Speranza (4:29)
2. Il tempo che Verrà (3:17)
3. Eppure Chiedilo agli Uccelli (1:54)
4. Per Creare i Suoi Occhi (3:48)
5. Ch'Io Sia la Fascia (2:04)
6. Lentamente (3:08)
7. Storia di Mio Figlio (6:08)
8. E Domani Arriverà (11:10)
9. Il Regno Millenario (3:12)

TOTAL TIME: 39:14



Album: Studio Album, released in 1974
Produced by Paul Buckmaster who also wrote music for "Eppure Chiedilo agli Uccelli".

Angelo Branduardi: acoustic guitar, 6 and 12 strings guitars, flute, flexaton
Paul Buckmaster: electric piano, pianoforte, gibson bass, cello and woods
Ciro Cicco: drums (7), percussions
Enzo Restuccia: drums (except 7), percussions
Silvano Chimenti: electric guitar
Giovanni Tommaso: contrabass
Marcello Faneschi: piano and electric piano
Joel Vandroogenbroeck: flute
Alfio Galigani: flute]
Giorgio Rosciglione: bass guitar (4)

Files: one single track FLAC + LOG


Inclusi cover, booklet (1:1, 300 dpi) & lyrics (pdf)


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Angelo Branduardi / Angelo Branduardi

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