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Flags.Of.Our.Fathers.2006.iTALiAN.AC3.BDRip.XviD-IDN_CREW (Size: 1.33 GB)
Description![]() ![]() ![]() Titolo originale : Flags of Our Fathers Paese : Stati Uniti d'America Anno : 2006 Durata : 132 min Genere : Drammatico, Guerra Regia : Clint Eastwood Soggetto Dal libro : "Flags of Our Fathers" di James Bradley e Ron Powers Sceneggiatura : William Broyles e Paul Haggis Produttore : Clint Eastwood, Robert Lorenz e Steven Spielberg Casa di produzione: DreamWorks SKG, Warner Bros. Pictures, Amblin Entertainment e Malpaso Productions Distribuzione (Italia) : Warner Bros. Fotografia : Tom Stern Montaggio : Joel Cox Effetti speciali : Jan Aaris Musiche : Clint Eastwood Scenografia : Henry Bumstead Costumi : Deborah Hopper ![]() Il film di Eastwood racconta questa storia, come si svolse davvero. Il narratore è James Bradley, figlio di Doc, che ha scritto il libro che ispira il film. Emerge una verità inattesa, quasi grottesca: la foto è un falso. Succede che la bandiera viene issata dai soldati, lassù, visibilissima da tutti, con applausi generali e sirene spiegate delle navi ormeggiate. Succede che un politico voglia assolutamente quella bandiera come propaganda, e che il capitano della compagnia che ha versato sangue per salire lassù, voglia tenersela. E dunque la fa sostituire. Viene così issata la nuova “falsa” bandiera col fotografo che riprende l’evento. I tre tornano a casa, vengono ricevuti dal presidente Truman e iniziano un giro di raccolta di fondi per la guerra. Il più fragile è l’indiano, sempre ubriaco e pieno di rimorsi, proprio non si sente un eroe, ma solo un sopravissuto fortunato. Nel loro tour i ragazzi sono costretti a performances umilianti, come quando devono ripetere l’azione della bandiera in uno stadio su una collina di cartapesta. La tesi è che non avevano nessuna voglia di essere eroi, volevano soltanto rimanere coi loro compagni. Ciò che viene mostrato e venduto è ciò che la gente vuole ed è fasullo. I media la facevano da padrone già allora, e come. Eastwood ha cercato uno stile epico, ma ha troppo spiegato con quel racconto fuori campo capillare e quasi opprimente. E spesso si è incrociato con Spielberg, che del resto è co-produttore del film. Lo sbarco sulla spiaggia di Iwo Jima sembra quello del soldato Ryan rimontato, e l’iperrealismo della battaglia è lo stesso. Anche il finale, col figlio narratore che assiste il padre morente, percorre il versante lirico-sentimentale tanto caro ai finali di Spielberg. Certo, il film è importante, amaro e umano, e molto ricco, lo spettacolo c’è. Con qualche confessione e qualche lacrima di troppo. Sharing WidgetTrailer |
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