Fuga per la vittoria ITA[1983Project]

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Fuga per la vittoria ITA[1983Project]


Fuga per la vittoria Fuga per la vittoria.png
Una scena del film Titolo originale Escape to Victory
Victory
Paese USA Anno 1981 Durata 110 min Colore colore Audio sonoro Rapporto 2,40:1 Genere drammatico, sportivo Regia John Huston Soggetto Jeff MaguireDjordje MilićevićYabo Yablonsky Sceneggiatura Evan JonesYabo Yablonsky Produttore Freddie Fields Fotografia Gerry Fisher Montaggio Roberto Silvi Effetti speciali Péter Pásztorfi Musiche Bill Conti Scenografia J. Dennis Washington Interpreti e personaggi Sylvester Stallone: Cap. Robert Hatch Michael Caine: Cap. John Colby Pelé: Cpr. Luis Fernandez Max Von Sydow: Magg. Karl Von Steiner Bobby Moore: Terry Brady Daniel Massey: Waldron Osvaldo Ardiles: Carlos Rey Paul Van Himst: Michel Fileu Kazimierz Deyna: Paul Wolchek Hallvar Thorensen: Gunnar Hilsson Gary Waldhorn: Müller (allenatore naz. tedesca) Werner Roth: Baumann (cap. naz. tedesca) Amidou: André Jean-François Stévenin: Claude Carole Laure: Renée Gunter Wolbert: radiocronista tedesco Doppiatori italiani Ferruccio Amendola: Cap. Robert Hatch Cesare Barbetti: Cap. John Colby Piero Tiberi: Louis Fernandez (Pelé) Sergio Rossi: Magg. Karl Von Steiner Gianni Marzocchi: Teddy Brady Michele Gammino: Waldron



Seconda guerra mondiale 1941: il comandante di un campo di prigionia tedesco, il maggiore Von Steiner, in passato calciatore che fece parte anche della Nazionale, riconosce tra gli ufficiali britannici prigionieri un suo ex collega, il capitano John Colby («John Colby: West Ham e nazionale inglese», dice Von Steiner a Colby non appena è sicuro di averlo riconosciuto). Von Steiner si dichiara dispiaciuto che le circostanze - che li vedono su due fronti belligeranti opposti - non permettano loro di discorrere dei loro passati sportivi come desidererebbero, però ha l'idea di organizzare un incontro di calcio tra una selezione di calciatori Alleati e la squadra sportiva di una vicina base tedesca.


All’inizio i compagni di prigionia di Colby si dichiarano contrari all’iniziativa, sicuri che il comando britannico non approverebbe: essi sono infatti consci che la propaganda nazista potrebbe sfruttare l’evento per caricarlo di significati extra-sportivi. Ma Colby è stimolato dal confronto, anche perché tra le truppe britanniche può vantare giocatori di livello come il soldato inglese Brady, lo scozzese Hayes e il coloured originario di Trinidad Luis Fernandez, oltre a quelli disponibili tra i prigionieri alleati, il belga Filieu, l’olandese van Beck e il norvegese Hilsson. Un prigioniero canadese, Hatch, benché non sia capace di giocare a calcio chiede ed ottiene di aggregarsi al gruppo, poiché per colpa loro il suo piano di fuga sta per andare in fumo. Colby si convince e ne giustifica quindi la presenza in squadra adducendo il motivo che ha bisogno di un preparatore atletico.


Come gli altri ufficiali britannici avevano supposto, il comando tedesco, volendo trasformare l’evento in un veicolo di propaganda, toglie di mano a Von Steiner l’organizzazione dell’incontro. Von Steiner capisce subito che, a quel punto, la partita non avrà più significato sportivo e il comando tedesco metterà in atto qualsiasi stratagemma per vincere e conquistarsi il primato d'immagine di fronte agli Alleati.


Hatch prima di fuggire viene incaricato di tenere di mettersi in contatto con la Resistenza francese. Deve raggiungere quindi Parigi, dove alcuni partigiani, saputo che i tedeschi vogliono organizzare la partita allo stadio di Colombes, si adoperano per organizzare la fuga dei calciatori Alleati durante l’intervallo tra i due tempi: essi fuggiranno dai lavatoi, che comunicano direttamente con la rete fognaria, ben conosciuta dai membri della resistenza che lavorano nei servizi comunali. Occorre che qualcuno avverta la squadra del piano in atto: tocca ancora al canadese sacrificarsi: si lascia catturare di nuovo dai tedeschi vicino al campo di prigionia per essere sicuro di farsi rimandare allo stesso posto e di poter comunicare le informazioni sulla fuga a Colby. Il problema è ora farsi reinserire in squadra, ma egli non sa giocare a calcio ma solo a football americano. Colby avendolo visto parare in allenamento gli assegna il ruolo del portiere. Siccome tuttavia un portiere titolare esiste già, e il comando tedesco ha esonerato dal lavoro solo undici soldati per prepararsi all’incontro, il portiere viene convinto a lasciarsi rompere un braccio per giustificare la sua sostituzione con Hatch.


Il giorno dell’incontro, lo stadio di Colombes è pieno di francesi, e decorato con i fregi della propaganda nazista, in primis le bandiere con le croci uncinate. L’ambiente è chiaramente ostile ai tedeschi, e lo si nota maggiormente durante l’esecuzione dell’inno Deutschland über alles…: gli unici tedeschi nello stadio sono militari. Lo speaker, che commenta la partita a beneficio dei radioascoltatori, propone in sottofondo degli applausi preregistrati per dare l’impressione che la folla sia entusiasta della prestazione tedesca.


Come paventato da Von Steiner, un pavido arbitro non è in grado di tenere in mano l’incontro in maniera imparziale e sorvola su numerose scorrettezze dei tedeschi, che infatti si portano in vantaggio fino al 4-0 prima che gli Alleati realizzino il goal della bandiera. Al termine del primo tempo negli spogliatoi è tutto pronto: i resistenti parigini hanno rotto il tramezzo che separa i lavatoi dal tunnel di fuga, ma prima alcuni giocatori, poi anche Colby, rifiutano di scappare perché sono convinti di poter ribaltare l’incontro e vincerlo. I resistenti tentano di dissuaderli, poiché alla fine della partita non ci sarà più tempo per la fuga, ma ormai è diventata una questione d’onore per Colby e compagni, che riescono a convincere anche il riluttante Hatch. Gli Alleati rientrano in campo e iniziano a giocare in maniera convinta e determinata, ricorrendo pure alla stessa durezza usata dai tedeschi nel primo tempo. Trascinati dall'entusiasmo degli spettatori francesi sugli spalti, riescono a portarsi prima sul 2-4, poi sul 3-4, e si vedono annullare il goal del pari per un presunto fuori gioco. A quel punto l’infortunato Fernandez (colpito in maniera durissima allo sterno durante il 1' tempo) rientra in campo proteggendosi il petto con un braccio [2] e, su un cross di Brady, si esibisce in una spettacolare rovesciata che infiamma il pubblico e porta le squadre in parità sul 4-4. La bellezza del gesto tecnico entusiasma anche Von Steiner, che si alza ad applaudire sportivamente il goal, tra la silenziosa ma evidente disapprovazione degli altri ufficiali tedeschi in tribuna d’onore.


C’è ancora tempo per qualche schermaglia in campo e, all’ultimo minuto di gioco, un rigore totalmente inesistente viene assegnato ai tedeschi. Tra le proteste alleate, gli spettatori francesi intonano con fierezza la Marsigliese in segno di orgoglio e incoraggiamento. Il portiere Hatch e il capitano tedesco Baumann si trovano faccia a faccia e si fissano intensamente negli occhi per lunghi istanti. Hatch, fino a quel momento non impeccabile, vola a parare il rigore calciato dal semi-ipnotizzato Baumann. Lo stadio esulta e gli spettatori invadono il campo travolgendo le barriere intorno al terreno di gioco e superando le guardie armate. Nella confusione che si genera, i giocatori Alleati vengono portati via dalla folla e fuggono dagli ingressi principali. Il maggiore Von Steiner, dalla tribuna, osserva la scena con un’espressione di sportiva indulgenza, che fa da contraltare al disappunto dei gerarchi nazisti seduti poco distanti da lui.

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