G Tomasi di Lampedusa - Il Gattopardo [MP3-ITA]abook[Tntvillage Scambioetico]

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Description

G. Tomasi di Lampedusa - Il Gattopardo [MP3-ITA]abook[Tntvillage.Scambioetico]
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Il libro inizia con questa frase: "Nunc et in hora mortis nostrae. Amen".
[...]il Gattopardo si ispira alla vita dell'antenato dello stesso autore, che nel romanzo prende il nome di Don Fabrizio Corbera, Principe di Casa Salina, e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910, in Sicilia (a Palermo e nel feudo ragusano di Donnafugata).
Don Fabrizio è padre di sette figli ed è esponente di un casato che per secoli "non aveva mai saputo fare neppure l'addizione delle proprie spese e la sottrazione dei propri debiti". Il principe possedeva forti inclinazioni alle matematiche; aveva applicato queste all'astronomia e ne aveva tratto sufficienti riconoscimenti pubblici e gustosissime gioie private. Ma un'altra passione erano anche le donne: di fatti la moglie, Maria Stella, era solita subire crisi isteriche quando sapeva del marito e delle amanti che frequentava. I pensieri di Don Fabrizio oscilleranno sempre tra eros e thanatos, amore e morte, pensieri sensuali e pensieri fortemente negativi e disillusi. All'inizio del primo capitolo si parla di un cadavere rinvenuto nel giardino di Casa Salina “il cadavere di un giovane soldato del quinto battaglione cacciatori, che ferito nella zuffa di san Lorenzo contro le squadre dei ribelli era venuto a morire, solo, sotto un albero di limone. Lo avevano trovato bocconi nel fitto trifoglio, il viso affondato nel sangue e nel vomito, le unghia confitte nella terra, coperto dai formiconi; e di sotto le bandoliere gl'intestini violacei avevano formato pozzanghera.”
Nel maggio 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, Don Fabrizio assiste con distacco e con malinconia alla fine del suo ceto. La classe aristocratica capisce che ormai è prossima la fine della sua supremazia: infatti approfittano della nuova situazione politica gli amministratori e i mezzadri, la nuova classe sociale in ascesa. Don Fabrizio, appartenente ad una famiglia di antica nobiltà, viene rassicurato dal nipote Tancredi, che, pur combattendo nelle file garibaldine, cerca di far volgere gli eventi a proprio vantaggio. Quando, come tutti gli anni, il principe con tutta la famiglia si reca nella residenza estiva di Donnafugata, trova come nuovo sindaco del paese Calogero Sedara, un borghese di umili origini, rozzo e poco istruito, che si è arricchito ed ha fatto carriera in campo politico. Tancredi, che in precedenza aveva manifestato qualche simpatia per Concetta, la figlia maggiore del principe, si innamora di Angelica, figlia di don Calogero, "bocca di fragole e anfora colma di monete" che infine sposerà, abbagliato sicuramente dalla sua bellezza, ma attratto anche dal suo patrimonio.
È Tancredi, nel comunicare al Principe la decisione di unirsi alle truppe piemontesi, che dice la famosa frase: "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!" A questo punto Don Fabrizio comprende che non bisogna opporsi al cambiamento imminente.
Un episodio molto importante riguarda il plebiscito a Donnafugata, nel quale si domanda al popolo di votare in favore o meno all'annessione della Sicilia al Regno Italico. Molti cittadini chiedono a Don Fabrizio un parere, egli risponde di essere favorevole e perciò suggerisce di votare "si". Questa indicazione, coerente con le convinzioni maturatesi in Don Fabrizio sull'opportunità di non opporsi al nuovo regime, viene però interpretata da alcuni come un gesto machiavellico: sarebbe sciocco da parte del principe votare in favore, perderebbe il potere. Altri invece, delusi dal pensiero di Don Fabrizio, non vogliono passare sotto un altro regime, preferendo, secondo l'antico proverbio, "un male già noto a un bene non sperimentato". Tuttavia ogni tentativo di opporsi è vano: i voti negativi vengono annullati da Don Calogero Sedara.
Un altro episodio significativo è l'arrivo a Donnafugata di un funzionario piemontese, il cavaliere Chevalley di Monterzuolo, che offre a Don Fabrizio la nomina a senatore del nuovo Regno d'Italia. Il principe però rifiuta, sentendosi troppo legato al vecchio mondo siciliano. E cercando di raccontare al suo ospite la capacità di adattamento che i siciliani, sottoposti nel corso della storia all'amministrazione di molti governanti stranieri, hanno dovuto giocoforza sviluppare. E anche la risposta di Don Fabrizio è emblematica: "...E dopo sarà diverso, ma peggiore."
La vita del principe da allora prosegue in modo monotono e sconsolato, fino alla sua morte che lo coglie in un'anonima stanza di albergo nel 1883, mentre tornava da Napoli, viaggio intrapreso per sottoporsi a visite mediche. Nella sua casa rimarranno le tre figlie nubili, inacidite da una vita chiusa e solitaria.
Curiosamente, anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa morì in una modesta camera d'albergo, lontano da casa, in un viaggio intrapreso per cure mediche.
[da wikipedia]
Il Gattopardo è un romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958.
[...]
Scritto tra la fine del 1954 e il 1957, fu presentato all'inizio agli editori Einaudi e Mondadori, che ne rifiutarono la pubblicazione (il testo fu letto da Elio Vittorini che successivamente sembra si fosse rammaricato dell'errore), avvenuta poi dopo la morte dell'autore da Feltrinelli con la prefazione a cura di Giorgio Bassani. Nel 1959 ricevette il Premio Strega, nel 1963 Luchino Visconti lo tradusse in un film omonimo.
Nel 1967 venne anche tratta un'opera musicale di Angelo Musco, con libretto di Luigi Squarzina.
Il nome del romanzo ha l'origine nello stemma di famiglia dei Tomasi [1] ed è così commentato nel romanzo stesso: «Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.»
[da wikipedia]
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RELEASE del FILM tratto dal libro presenti su TNT
→ by Loris
→ by Slugger
Il terzo anello, per l'abook;
wikipedia, per le informazioni riportate e l'ampia voce dedicata;
imageshack, che permette di abbellire un poco la grafica;
e TNTvillage che ci ospita e incentiva;
§§ Buon Ascolto!!! §§
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