Harmonium - Si On Avait Besoin d_une Cinquieme Saison - 1975 [FLAC][TNTVillage]

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Harmonium - Si On Avait Besoin d_une Cinquieme Saison - 1975 [FLAC][TNTVillage] (Size: 213.44 MB)
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 2. Dixie.flac20.17 MB
 3. Depuis L'Automne.flac52.24 MB
 4. En Pleine Face.flac24.77 MB
 5. Histoires Sans Paroles.flac82.45 MB
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Description

HARMONIUM





SI ON AVAIT BESOIN D'UNE CINQUIÈME SAISON (1975)


più informazioni / more information: http://forum.tntvillage.scambioetico.org/tntforum/index.php?showtopic=247967







La band nasce nel 1972 grazie all'incontro di Serge Fiori, figlio di un musicista di origini italiane e musicista a sua volta, con il giornalista ed aspirante paroliere Michel Normandeau. I due cominciano a scrivere canzoni dapprima in inglese poi, definitivamente, in francese. Quando, nel 1973, alla coppia si unisce il bassista Louis Valois il progetto decolla partendo dai locali di tendenza del Québec.

Grazie anche a qualche esibizione radiofonica il trio ottiene un contratto discografico con l'etichetta Quality Records, in virtù del quale nasce, nell'aprile 1974, il primo album eponimo, esempio intelligente e misurato di folk-rock ancorato alle tr{spam link removed}oni franco-canadesi ed attento agli esempi inglesi coevi. Sulla scia del buon successo ottenuto, il gruppo moltiplica i concerti ed intanto prepara un nuovo album che, pur senza abbandonare le sonorità romantiche del suo predecessore, si orienta verso un rock progressivo melodico ma senza eccessi melliflui.

Così, nel 1975 vede la luce il disco di maggior successo della band, intitolato Si on avait besoin d'une cinquième saison, che il pubblico degli appassionati ribattezza subito Les Cinq saisons e che vede unirsi al trio di base il fiatista Pierre Daigneault, il tastierista Serge Locat e, per un solo brano, la vocalist Judy Richards. L'album, che racconta la città di Montréal nell'arco delle quattro (anzi, cinque) stagioni dell'anno, ottiene in patria un successo travolgente. Divenuti gli alfieri del rock progressivo franco-canadese, gli Harmonium si lanciano in una tournée epocale e si misurano con un progetto più ambizioso: il doppio album intitolato L'Heptade, vero colossal musicale ed ulteriore successo commerciale, sul quale si apprezzano, accanto a Fiori e Valois, abbandonati da Normandeau, il percussionista Denis Farmer, il fiatista Libert Subirana, il chitarrista Robert Stanley, nonché la cantante e pianista Monique Fauteux.

La lunga e trionfale tournée (110 spettacoli) che segue la pubblicazione del doppio LP segna al contempo l'apogeo degli Harmonium e la loro ultima avventura, poiché la storia del gruppo si ferma qui, dopo aver ottenuto la soddisfazione di aprire numerosi concerti dei Supertramp in Europa e per fare spazio alle carriere solistiche dei suoi membri, primo fra tutti Serge Fiori, che inciderà diversi dischi variamente ispirati. L'album live Harmonium en tournée - registrato a Vancouver nel 1977 e pubblicato nel 1980 - riproduce fedelmente l'atmosfera degli ultimi concerti del gruppo, ma esce senza il consenso dei musicisti, che adiranno vie legali per ottenerne il ritiro dal commercio.

Lead vocalist and guitarist Serge Fiori met Michel Normandeau (vocals and guitar) in a theatre music meeting on November 1972. Later on in 1973 they met bassist Louis Valois and became Harmonium. In November 1973 the group performed their first air play on CHOM-FM. They played 3 tracks: "Pour un instant", "Un musicien parmi tant d'autres", and "Un refrain parmi tant d'autres". The first 2 songs were demos at the time and were later recorded professionally to be put on their first album, Harmonium. The last song was a sequel to "Un musicien parmi tant d'autres", but never made the album cut, staying as a b-side. Apart from the album, one single was recorded at the time: "Pour un instant", featuring 2 tracks (one on each side), the title song and "100,000 Raisons", only released on the CD version of the album almost 20 years later.
After many little shows and a small tour played all over Québec, they were up for the second album. The album, sometimes known as Les Cinq Saisons, was actually named Si on avait besoin d'une cinquième saison. There were five songs on the album, one representing each season and the last song being the "new" season. For this album the band had three new members: Pierre Daigneault, playing the flutes, sax, and clarinets, Serge Locat, handling the piano and synths, and Judy Richards, who sings the melody of the fifth season in "Histoires sans Paroles".
The third album, L'Heptade, was released in 1976 after months of recording in Serge Fiori's own house. The songs describe seven stages of consciousness in a person's day or life. The first and the last songs are named "Comme un fou" and "Comme un sage", indicating a progression towards wisdom.
Their last concert is said to have taken place at the Centre de la Nature in Laval, PQ, in late 1978.
In 2007, all three of Harmonium's studio albums were named among the 100 greatest Canadian albums of all time in Bob Mersereau's book The Top 100 Canadian Albums. They were the only francophone albums from Quebec named to the list besides Jean-Pierre Ferland's Jaune.










In parte stanco del duopolio italiano-inglese che infarcisce la maggior parte di ogni buona discografia di un appassionato di musica e spinto dalla voglia di “testare” idiomi diversi in quello che è il mio genere musicale prediletto, tempo fa mi imbattei in questo album degli Harmonium, gruppo canadese e di lingua francese.
Ispirato e dedicato a Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi al punto da essere divenuto noto tra gli appassionati del settore con il nome di Les Cinq Saisons (Le Cinque Stagioni), Si on avait besoin d’une cinquième saison, tradotto letteralmente in Se avessimo bisogno di una quinta stagione, ripercorre nelle sue prime quattro traccie il rincorrersi dei quattro cicli durante lo scorrere dell’anno (nell’ordine: primavera-estate-autunno-inverno), per poi sfociare nella suite finale Histoires Sans Paroles che proietta l’ascoltatore verso una immaginifica quinta stagione attraverso un delicato brano interamente strumentale contornato da vocalizzi del cantante Judi Richards.

Ciò che balza per primo all’orecchio di chi scopre questo album sono i chiari riferimenti alla musica tr{spam link removed}onale e folcloristica francese (in particolare nel secondo brano Dixie) e la totale assenza di batteria o strumenti a percussione, eccezion fatta per una grancassa suonata in maniera quasi impercettibile e molto discreta dall’italo-canadese Serge Fiori, leader della band…ma quella che può sembrare una scelta particolarmente azzardata per un gruppo che si cimenta nel Progressive rock, diviene gradualmente il punto di forza della composizione elevando il tutto ad una sorta di aria più che di album rock.
Si on avait besoin d’une cinquième saison è il secondo dei tre album che compongono la discografia studio del gruppo canadese e segna il passaggio intermedio in una maturazione, breve a dir la verità, che porta il gruppo ad abbandonare lo stile più folk e leggero del primo album omonimo e ad avvicinarsi a grandi passi verso un stile più prog; passaggio che poi diverrà ancor più evidente nella loro terza ed ultima opera L’Eptade.


Si parte dalla primavera descritta dal brano Vert ed il flauto sembra voler cogliere ogni singolo fiore che torna ad aprirsi dopo aver atteso per un inverno intero… L’effetto dell’eco amplifica questa percezione in modo che tutti vengono descritti e nessuno venga lasciato sbocciare da solo; e come in una stagione in cui tutto torna a splendere e farsi vivo, ogni parte del brano racchiude in sé un movimento crescente.

In Dixie è l’estate a farla da padrona, con le sue serate di festa e baldoria ricche di vino e di risate, di esperienze svagate e spensierate che lasciano il segno solo nel frammento di tempo che attraversano, dove ogni cosa sembra non poter assumere il peso che prova a reclamare a gran voce.

L’arrivo dell’autunno, con il suo lento incedere ed i suoi paesaggi malinconici, viene dipinto dalle leggiadre pennellate di Depuis L’Automne, dove il mellotron della sezione centrale sembra voler porre l’ascoltatore sulla cima di una collina dalla quale può osservare, in meditazione ed in totale simbiosi con le forze della natura che lo circondano, ogni singola foglia che si stacca dai rami e carpirne il significato, ogni più leggero alito di vento che lo accarezza, prima che le gocce di una leggera pioggia scandita dalle note del sintetizzatore di Serge Locat, lo sorprendano per rinfrescarlo e farlo danzare soave.

Suoni freddi e glaciali come provenienti da un paesaggio artico introducono En Pleine Face, l’inverno nella rappresentazione degli Harmonium; un vento freddo che si ferma però davanti alle case ben protette, dove all’interno il fuoco di un camino cerca di riportare negli animi un po’ di calore e di spensieratezza, nascondendo però in sé neanche troppo velatamente, tutta la serietà e l’austerità che lo caratterizza.

La quinta stagione è di per se un concetto astratto, una “storia senza parole”, ed essendo tale può essere lasciato solo all’ispirazione di chi ascolta; è lo spazio all’interno del quale ciascuno può riversare i propri sogni; una sorta di pagina bianca lasciata dagli artisti alla fine di un manoscritto finemente lavorato.
I vocalizzi di Judy Richard all’interno del tema strumentale confortano ancor di più questa tesi, come a voler incitare una stimolazione completa, del tutto personale, di emozioni (musica) e descrizioni (voce).
Quel che è certo ed obiettivo è che si tratta di 17 intensi minuti che riescono ad elevare ed arricchire di molto l’ascolto complessivo dell’album grazie soprattutto alle bellissime sezioni del flauto di Pierre Daigneault e ai giri di pianoforte di Serge Locat.

Anche se può sembrare antitetico rispetto allo stile molto leggero della composizione, in alcuni estratti del testo si possono trovare chiari riferimenti dell’ideologia separatista dei componenti del gruppo, fermi sostenitori dell’indipendenza del Quebec rispetto al Canada.
Un album che secondo me può piacere già dal primo ascolto ma che in realtà richiede uno studio più approfondito per poter dare la sua massima espressione.

Buon ascolto a tutti!! (da Book of Saturday)

Si on avait besoin d'une cinquième saison (If We Needed a Fifth Season), also known as Les Cinq Saisons (The Five Seasons), is the second album from Quebec band Harmonium, released in 1975.
The album marks a departure from the folk rock sound of Harmonium towards a unique progressive rock sound. Serge Fiori, Michel Normandeau and Louis Valois are joined this time by Pierre Daigneault and Serge Locat. Marie Bernard also provides her expertise for the Ondes Martenot, while Judi Richards sings in "Histoires sans paroles".
The album revolves around a seasonal concept; the first four songs each covers one of the traditional four seasons (Spring, Summer, Autumn/Fall, and Winter), whilst the final track, the 17-minute long "Histoires Sans Paroles", represents the imaginary fifth season. "Dixie" is also a notable track because of Locat's unforgettable piano solo. Si on avait besoin d'une cinquième saison, while a transitional album, became an influential album in Quebec's music history.
Some lyrics on this album, like on Depuis l'Automne can show the separatist ideology shared by the band at that time.







Harmonium - Si on avait besoin d’une cinquième saison


1 – Vert (5:34)
2 – Dixie (3:26)
3 – Depuis L’Automne (10:25)
4 – En Pleine Face (4:51)
5 – Histoires Sans Paroles (17:12)

TOTAL TIME: 41:32


Pierre Daigneault: flauto, ottavino, sassofono soprano, clarinetto
Serge Fiori: chitarra, flauto, cetra, voce, grancassa
Serge Locat: pianoforte, mellotron, sintetizzatore
Michel Normandeau: chitarra, fisarmonica, voce
Louis Valois: basso, pianoforte elettrico, voce
Judy Richard: vocalizzi (track 5)

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