Titolo originale: Johnny Stecchino
Nazionalità: Italia
Anno: 1991
Genere: Commedia
Durata: 115 minuti
Soggetto: Roberto Benigni, Vincenzo Cerami
Sceneggiatura: Roberto Benigni, Vincenzo Cerami
Montaggio: Nino Baragli
Musiche: Evan Lurie
Fotografia: Giuseppe Lanci, Franco Bruni
Scenografia: Paolo Biaggetti, Maria Luisa Battani
Costumi: Gianna Gissi, Francesca Sartori
Effetti speciali: Fabrizio Sforza, Antonio Maltempo
Produttore: Mario Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori
Produzione: C.G. Group Tiger Cinematografica, Penta Film, Melampo
Distribuzione: Penta, Pentavideo, Cecchi Gori Home Video
Data di uscita: Novemre 1991 (al cinema)
Ad una festa, Dante, timido autista di un pulman per handicapati, si innamora di Maria. Quando questa lo inviterà nella sua villa di Palermo, lui ingenuamente ed all'oscuro del vero motivo dell'invito, si precipiterà da lei. Una volta giunto a Palermo, si troverà in mezzo a strani commerci, complotti e si imbatterà in un suo sosia, il pentito mafioso Johnny Stecchino. Alla fine tornerà a casa senza però aver capito nulla di quello che gli é successo.
Capriccio surreale di Sua Benignitudine, che messe provvisoriamente a tacere le sguaiataggini ritrova la vena comicamente leggiadra delle fiabe (Il Piccolo Diavolo, La voce della luna) per calarsi nella doppia parte del toscano Dante e del siciliano Johnny.
Autista di un pulmino per handicappati (un'eco di Chiedo asilo?), Dante non ha fortuna con le donne, benché ne sia ghiotto: il suo migliore amico è un minorato fisico. Va dunque in estasi quando una sconosciuta bellissima gli sviene fra le braccia, conquistata dal suo fascino, e lo porta a pranzo in un albergo di lusso (è qui che la donna, Maria, lo ribattezza Johnny Stecchino, vedendolo con uno stuzzicadenti in bocca...). Chiamato da lei a Palermo, Dante la raggiunge di corsa, nella speranza di godere le sue grazie, e gongola nel vedersi ospitato in un palazzo magnifico, ma Maria lo tiene ancora a bocca asciutta. Non sa, il poverino, che quella infame lo ha fatto venire in Sicilia soltanto perché sia ammazzato al posto del proprio consorte, un boss pentito, chiamato appunto Johnny Stecchino, somigliante a Dante come una goccia d'acqua e tenuto nascosto per evitare la vendetta della mafia. Le cose non andranno come Maria e uno zio avvocato cocainomane avevano progettato. Per cominciare Dante ruba una banana, va all'Opera e terrorizza il teatro che lo scambia per il vero Johnny Stecchino; poi mette a soqquadro una festa offrendo a un cardinale la droga regalatagli da un ministro corrotto; infine sfugge alla trappola tesagli nel classico negozio da barbiere. Ricondotto in Toscana, Dante sarà passato indenne e ignaro attraverso un'avventura in cui avrà guadagnato soltanto un bacio di Maria...
Valendosi di un copione scritto da Vincenzo Cerami e dallo stesso Benigni, il film è un po' lento a mettere in moto la macchina delle risate, ma quando la commedia degli equivoci marcia a pieno regime francamente ci si regge la pancia come da tempo non accadeva. Pur sempre inferiore al Benigni attore, il Benigni regista conduce infatti i momenti alti della burla con un piacere dell'assurdo che libera l'ingranaggio narrativo da qualche zeppa d'origine cabarettistica. La satira della mafia, dei magistrati, dei governanti si accompagna a un gioco festosamente infantile che induce a perdonare i difetti di ritmo. E certi personaggi (un assicuratore, lo zio, un maresciallo dei carabinieri, l'uomo politico) fanno benissimo da spalla in qualche gag esilarante. Tocchi arguti sono sparsi anche qua e là - basti il turbamento da cui è colto Johnny Stecchino quando pensa alla madre, o il rapporto fra la cocaina e il diabete - ma ovviamente Benigni è il padrone della scena, nella sua doppia parte. Se in quella di Dante, la più riuscita, disegna una figurina sovente spassosa, in quella del boss pentito, insofferente dei baci di Maria, tratteggia un personaggio per lo meno insolito (i fedeli di John Ford sanno che lo sdoppiamento fra un assassino e un mite impiegato era già in Tutta la città ne parla, e gli ammiratori di Billy Wilder hanno già incontrato un Charlie Stecchino in A qualcuno piace caldo). Né è da trascurare la presenza dei ragazzi handicappati all'inizio e alla fine: un modo quasi crudele di simbolizzare la deformazione della realtà che genera il comico.
Mentre Nicoletta Braschi è Maria, quell'attore di razza che è Paolo Bonacelli fa ottimamente lo zio sniffatore, Franco Volpi è un efficace ministro e Ivano Marescotti un assicuratore debita mente maligno. Musiche allegre di Evan Lurie, e fastose scenografie di Paolo Biagetti fotografate col consueto talento da Giuseppe Lanci.
Giovanni Grazzini - Da L’Indipendente, 31 ottobre 1991
Premi:
* David di Donatello 1992: David speciale
La Critica:
**"Irresistibile commedia degli equivoci, una fabbrica di risate dagli eccezionali tempi comici, che il sorprendente Benigni autore ha scritto, con Vincenzo Cerami, su misura per il fenomenale Benigni attore. Si ride tanto da farsi venire le lacrime agli occhi senza l'aiuto, per una volta, della parolaccia. Se la prima mezz'ora durasse dieci minuti e se tutte le gag fossero all'altezza di quella, formidabile, del furto delle banane, sarebbe un film davvero perfetto". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 9 giugno 2001)
La frase:
* Dante; Stecchino (Roberto Benigni): Ma quanto costano le banane a Palermo?
* Dante; Stecchino (Roberto Benigni) e Maria (Nicoletta Braschi): E non mi baciare! Lo sai, no, che nun me piace il bacio! I baci li danno le femminucce e gli uomini sessuali.
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