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Description

Info Ebook: Ignazio Silone - Fontamara



Titolo originale: Fontamara
Autore: Ignazio Silone
1ª ed. originale:1930
Data di pubblicazione:1977
Genere:Romanzo
Sottogenere: Narrativa
Editore: Club Degli Editori (su licenza A. Mondadori)
Pagine: 447



Trama:

Pubblicato nel 1933 a Zurigo in traduzione tedesca, edito in versione definitiva in Italia solo nel 1954 da Mondadori, “Fontamara” è un atto di denuncia dello sfruttamento delle plebi del Meridione da parte della classe dei proprietari agrari. Testimonianza commossa e polemica politica si fondono nella rappresentazione della vita dei cafoni, i contadini abruzzesi, condannati ad una rassegnata miseria in un mondo in cui il sopruso è legge. Nella denuncia di Silone è insita anche la speranza che tra quella gente, vessata da secoli dalle catastrofi naturali come dalle ingiustizie, possa nascere una coscienza sociale. Ad incarnare la rivolta è Berardo Viola, simbolo del conflitto tra emarginati e integrati, vittima sacrificale necessaria per insinuare il dubbio che le cose possano cambiare. Come recita l’introduzione, il racconto è quello di fatti “imprevisti incomprensibili” che si svolsero durante un’estate a Fontamara, “un oscuro luogo di contadini poveri situato nella Marsica, a mezza costa tra le colline e la montagna”, un anno prima della pubblicazione del libro. La corrente elettrica se n’era andata dal paese – una delle cose che i piemontesi avevano portato e ora riportato via, pensarono i cafoni – perché i fontamaresi non la pagavano mai e, per di più, l’esattore comunale non si era nemmeno presentato, quell’anno. Era, invece, arrivato su una bicicletta il Cavalier Pelino, rappresentante del Governo, che i cafoni sbeffeggiarono pensando annunciasse una nuova tassa. C’era poi il problema dell’acqua del ruscello necessaria per irrigare i campi e che il nuovo podestà, Don Carlo Magna, aveva fatto deviare per le proprie terre. Ne seguirono zuffe e proteste dei fontamaresi, che si guadagnarono così la fama d’agitatori. A dirimere la questione giunse Innocenzo La Legge, che inasprì il malcontento finché i contadini non furono convocati ad Avezzano, per sentire le risoluzioni del Governo sulla questione dell’acqua. Intanto, era arrivato in paese anche il Solito Sconosciuto, un misterioso personaggio che denunciava le ingiustizie sul “primo giornale dei cafoni”. Berardo Viola, contadino rimasto senza terra, era il più impetuoso dei rivoltosi e fu quello che pagò con la vita: quando il caso di Fontamara fu risolto, a Roma fu trovato morto, in una cella della prigione. A Fontamara, appresa la notizia, i cafoni si chiesero: “che fare?”; e, anche dopo la guerra, i pochi superstiti scappati all’estero continuarono a chiedersi: “che fare?”.

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