Inno di Garibaldi - Enrico Caruso Alessio Olivieri [Tntvillage.Scambioetico]
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Inno di Garibaldi
di Luigi Mercantini
Canta Enrico Caruso.
1918
Molti altri canti vennero scritti nel periodo risorgimentale tra i quali l’Inno di Garibaldi.
Garibaldi, alla vigilia della partenza per Quartu, ovvero il 5 maggio 1860, alloggiava presso Villa Spinola.
Lo andò a trovare Giuseppe Bandi che poi partecipò alla Spedizione dei Mille.
Questi, nell’avvicinarsi alla villa ,sentiva cantare festosamente da Garibaldi e da suo figlio Menotti “Fratelli d’Italia”
ed un altro canto appositamente scritto per il prossimo evento da Luigi Mercantini (1821-1872),
marchigiano di Ripatransone (As) paese dove c’è il più stretto vicolo d’Italia e dove oggi c’è un bel teatro a lui intitolato.
L'Autore del testo fu noto anche per La spigolatrice di Sapri, struggente rievocazione romantica della spedizione, repubblicana e mazziniana, di Carlo Pisacane.
L'inno fu musicato da Alessio Olivieri.
Esso fu eseguito per la prima volta il 31 dicembre 1858,
e risale dunque agli anni decisivi del processo che portò all'unità d'Italia,
alla presenza di Garibaldi e Nino Bixio.
[quote=Testo]ALL’ARMI! ALL’ARMI!
1 Si scopron le tombe, si levano i morti;
I martiri nostri son tutti risorti:
Le spade nel pugno, gli allori alle chiome,
La fiamma ed il nome — d’Italia sul cor.
Veniamo! Veniamo! Su, o giovani schiere,
Su al vento per tutto le nostre bandiere,
Su tutti col ferro, su tutti col fuoco,
Su tutti col fuoco — d’Italia nel cor.
Va fuora d’Italia, va fuora ch’è l’ora,
Va fuora d’Italia, va fuora, o stranier!
2 La terra dei fiori, dei suoni e dei carmi,
Ritorni, qual era, la terra dell’armi;
Di cento catene le avvinser la mano,
Ma ancor di Legnano — sa i ferri brandir.
Bastone Tedesco l’Italia non doma,
Non crescon al giogo le stirpi di Roma;
Più Italia non vuole stranieri e tiranni:
Già troppi son gli anni — che dura il servir.
Va fuora d’Italia, va fuora ch’è l’ora,
Va fuora d’Italia, va fuora, o stranier!
3 Le case d’Italia son fatte per noi,
È là sul Danubio la casa de’ tuoi;
Tu i campi ci guasti; tu il pane c’involi;
I nostri figliuoli — per noi li vogliam.
Son l’Alpi e i due mari d’Italia i confini;
Col carro di fuoco rompiam gli Apennini,
Distrutto ogni segno di vecchia frontiera,
La nostra bandiera — per tutto innalziam.
Va fuora d’Italia, va fuora ch’è l’ora,
Va fuora d’Italia, va fuora, o stranier!
4 Sien mute le lingue, sien pronte le braccia;
Soltanto al nemico volgiamo la faccia,
E tosto oltre i monti n’andrà lo straniero
Se tutta un pensiero — l’Italia sarà.
Non basta il trionfo di barbare spoglie;
Si chiudan ai ladri d’Italia le soglie;
Le genti d’Italia son tutte una sola,
Son tutte una sola — le cento Città.
Va fuora d’Italia, va fuora ch’è l’ora,
Va fuora d’Italia, va fuora, o stranier!
5 Se ancora dell’Alpi tentasser gli spaldi,
Il grido d’all’armi darà Garibaldi:
E s’arma allo squillo, che vien da Caprera,
Dei mille la schiera — che l’Etna assaltò.
E dietro alla rossa vanguardia dei bravi
Si muovon d’Italia le tende e le navi:
Già ratto sull’orma del fido guerriero
L’ardente destriero — Vittorio spronò.
Va fuora d’Italia, va fuora ch’è l’ora,
Va fuora d’Italia, va fuora, o stranier!
6 Per sempre è caduto degli empi l’orgoglio;
A dir — Viva Italia! — va il Re in Campidoglio;
La Senna e il Tamigi saluta ed onora
L’antica signora — che torna a regnar.
Contenta del regno fra l’isole e i monti,
Soltanto ai tiranni minaccia le fronti:
Dovunque le genti percuota un tirYears
Suoi figli uscirYears — per terra e per mar.
Va fuora d’Italia, va fuora ch’è l’ora,
Va fuora d’Italia, va fuora, o stranier!
Si ringrazia archive.org per aver messo a disposizione la riproduzione del disco a 78 giri.
Length: 2,35 minuti
Size: 2,5 Mb
codec: mp3
bitrate 128 kbps
tratto dall'album: The Complete Caruso Disc 11
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