Matilde Serao - Leggende napoletane

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Leggende napoletane

Matilde Serao




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Dettagli

Autore: Matilde Serao
Titolo: Leggende napoletane
Anno: 1881
Lingua: Ita
Genere: Narrativa
Dimensione del file: 11,4MB
Formato del file: Pdf, Rtf



La città dell'amore,
Virgilio,
Il mare,
La leggenda dell'amore,
Il palazzo Donn’Anna,
Barchetta-fantasma,
Il segreto del mago,
Donnalbina, Domma Romita, Donna Regina
'o munaciello,
Il diavolo di Mergellina
Megaride
Il Cristo morto
Provvidenza, buona speranza
Leggenda di Capodimonte
Leggenda dell'avvenire



Contenuto

Nelle Leggende napoletane, la scrittrice narra frammenti di lunghi avvenimenti dimenticati, connessi ai simboli di Napoli: il Vesuvio, la sua origine, Capri e persino il futuro della città partenopea.
Matilde Serao trasforma questi simboli in magia, trascinando il lettore in quel fantastico regno troppo spesso relegato ingiustamente al solo mondo infantile.
Il libro è un omaggio che la scrittrice fa a Napoli e alla sua gente, ai monumenti ed ai paesaggi assimilati dalla sua anima, alla città da lei amata.
Sono storie semplici, dal linguaggio semplice, ma imbevute di immagini incisive di una città piena di contrasti.


Autore




Biografia

Matilde Serao nacque nel 1856 a Patrasso da padre napoletano e da madre greca. Alla caduta del Regno borbonico, la famiglia si trasferì a Napoli, dove Matilde nel 1874 conseguì il diploma di maestra presso l’istituto Pimentel Fonseca di Piazza del Gesù. Si impiegò quindi come ausiliaria ai Telegrafi di Stato, mentre nel tempo libero iniziò a coltivare interesse per la letteratura ed il giornalismo. L’esordio come scrittrice avvenne nel Giornale di Napoli, dapprima con articoli d’appendice, poi con novelle in cui si firmava con lo pseudonimo di Tuffolina.
La passione ed il talento per il giornalismo le assicurarono una rapida carriera. Iniziò come redattrice del Corriere del Mattino di Napoli, a cui aveva inviato la novella Opale. Dopo aver collaborato al Piccolo, nel 1882 si trasferì a Roma, come redattrice del Capitan Fracassa e collaboratrice di altri periodici: la Nuova Antologia, il Fanfulla della Domenica, la Domenica letteraria. Nel 1885 sposò Eduardo Scarfoglio che dirigeva il Corriere di Roma. Rientrati a Napoli, insieme fondarono il Corriere di Napoli e poi il Mattino, che sarebbe divenuto tra i maggiori quotidiani del sud. La popolarità della Serao aumentò grazie alla sua vivace rubrica “Api, Mosconi e Vespe” (semplicemente “Mosconi” sul Mattino): un nuovo genere, fatto di cronaca spicciola popolare e mondana, che rappresentava la vita cittadina con spunti arguti, capaci di suscitare l’interesse e la complicità del lettore.
Nel 1900 ci fu l'inchiesta del senatore Giuseppe Saredo su Napoli. Scarfoglio e moglie furono accusati di corruzione. I due non si lasciarono intimidire, denunciando dalle colonne del giornale la malafede di coloro che li avevano messi sotto accusa. Ma i dispiaceri della Serao avevano principalmente origine dalla vita coniugale, dovendo subire i continui tradimenti del marito, e nel 1903 si giunse alla separazione. Nel 1904, lasciò il Mattino e fondò il Giorno di Napoli che diresse fino alla morte. Cominciò per lei una nuova vita con l’avvocato Giuseppe Natale, che le sarà accanto fino alla fine.
Con Il Giorno, la Serao mantenne un attento controllo della situazione politica e sociale napoletana. Allo scoppio della prima Guerra Mondiale, si schierò per la neutralità dell'Italia.
Dopo la Grande Guerra, consumatasi nel 1921 la scissione di Livorno, Il Giorno appoggiò i socialisti per favorirne l'ingresso al governo centrale e nell’amministrazione comunale. E fu solo Il Giorno, insieme a Il Mondo di Amendola, a individuare subito dopo la pericolosità del governo fascista e l’imminente rischio che ne sarebbe derivato per la libertà. La Serao fu poi costretta ad allentare la linea polemica, in quanto i piccolo-borghesi che sovvenzionavano il quotidiano nutrivano simpatia per il regime. La battaglia antifascista costò alla Serao il mancato gradimento da parte di Mussolini alla sua candidatura al premio Nobel, che infatti fu assegnato a Grazia Deledda.
Matilde Serao morì a Napoli il 25 luglio 1927, mentre era al lavoro, per un improvviso attacco. Si spense così un’appassionata voce che aveva dimostrato quello spirito di libertà che dorebbe sempre animare un giornalista.


Da una lettera di Scarfoglio ad un'amica:

« Questa donna tanto convenzionale e pettegola
e falsa tra la gente e tanto semplice, tanto affettuosa,
tanto schietta nell'intimità, tanto vanitosa con gli altri e tanto umile meco,
tanto brutta nella vita comune e tanto bella nei momenti dell'amore,
tanto incorreggibile e arruffona e tanto docile agli insegnamenti,
mi piace troppo, troppo, troppo. »



Note



LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza
specificata al seguente indirizzo Internet:
http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/
1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 14 ottobre 2002
ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO:
Maria Di Siena, mards@virgilio.it
REVISIONE:
Gennaro Casciello, gefraca@inwind.it
PUBBLICATO DA:
Marco Calvo, http://www.mclink.it/personal/MC3363/

Informazioni sul "progetto Manuzio"
Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associazione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque voglia collaborare, si pone come scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet: http://www.liberliber.it/

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