NAPOLI VIOLENTA 1976 regia Umberto Lenzi DivXby Duracell72seeders: 0
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NAPOLI VIOLENTA 1976 regia Umberto Lenzi DivXby Duracell72 (Size: 700.51 MB)
Description
R E C E N S I O N E
Scritto da Vincenzo Mannino, ? un Poliziottesco tipico degli anni '70, superiore alla media per l'energico brio registico nelle scene di azione del toscano Umberto Lenzi, esperto circumnavigatore del cinema italiano di genere. Si tratta del secondo film della cosiddetta trilogia del Commissario Betti, tra Roma violenta (1975) e Italia amano armata del 1976). Betti, ? spedito al commissariato di Napoli per cercare di incastrare " 'O Generale ", uno dei pi? potenti camorristi della citt?, con metodi che spesso vanno ben oltre la legalit?. "La grazia la d? il Presidente... io sono un semplice commissario... figurati un p?!", "A te non ti denuncio per violenza a Pubblico Ufficiale... te la faccio scontare qu?!" Betti ? un uomo tutto d'un pezzo, forgiato da anni di lotta al crimine, che rinuncia spesso alla sua vita privata per rendere quella degli altri pi? serena. Egli incarna la forza e la tenacia, ma anche la sensibilit?, visibile nel bellissimo rapporto che instaura col piccolo Gennarino, prima e dopo la morte del babbo garagista. A rappresentare degnamente l'ingiustizia ci sono, come anzidetto, Barry Sullivan nel ruolo di " 'O Generale ", camorrista potentissimo, e John Saxon in quello di " Capuano ", importante uomo d'affari e finanziatore di traffici delittuosi, e il troppo spesso dimenticato Elio Zamuto " Franco Casagrande ", nei panni di un rapinatore tanto furbo quanto spietato. Purtroppo a fare le spese di tanta sconsiderata violenza ? soprattutto la gente comune, da Gennarino reso orfano, alla donna stuprata (Maria Grazia Spina), incapace, come il marito, "Paolo Geruasi" (Silvano Tranquilli), di denunciare i suoi violentatori. Solo il commissario Betti e pochi altri (i suoi agenti speciali Albini e Battisti), hanno il coraggio di affrontare a viso scoperto il marcio, prodotto di una societ? priva di dignit?, che trae origine da un contratto sociale tra gli individui, per il superaramento illusorio della primordiale natura umana avversa al compromesso e al comun vivere. Betti sar? quasi sul punto di mollare, di arrendersi alla malavita, ma la vista di Gennarino, zoppo e orfano gli dar? la forza di continuare, di combattere la criminalit?, con qualsiasi mezzo e a rischio della propria vita, come hanno fatto molti agenti speciali, uccisi spietatamente (speronati da un due assi Fiat 645 N e finiti a catenate o accoppati come bersagli in una sala da bowling). Completano un cast ricchissimo una pletora di volti noti soprattutto nell'ambito dei movies made "ncopp" (ma non solo), eccezionali caratteristi che mantengono sempre vivo l'interesse di uno dei film pi? generosi dell'intero filone poliziesco. Il film contiene molti inseguimenti e scene d'azione; la pi? famosa sequenza di tutte ? l'inseguimento di Elio Zamuto sulla funicolare di Montesanto da parte del commissario Betti, interpretato da Maurizio Merli senza alcuna controfigura. Nella sola Napoli incass? 59 milioni di lire in quattro giorni, ed ? considerato uno dei pi? grandi successi del regista Umberto Lenzi. Uuna versione rimasterizzata ? stata presentata in Finlandia, nel 2003, durante il Night Visions Film Festival. Per gli appassionati di trasporti tramviari napoletani In "Napoli Violenta", girato con molte scene in esterno, si vedono tanti autobus sia in arancione che ancora con la livrea biverde. Dal punto di vista pi? strettamente tranviario, invece, subito dopo i titoli di testa si vede bene la vettura 983, ancora in versione "Meridionale" percorrere Via Acton con tanto di scugnizzo attaccato alla carrucola. Si tratta di una scena importante poich? ci mostra l'armamento tramviario prima della sua traslazione al centro della carreggiata (a quanto pare foto tramviarie di via Acton non ce ne sarebbero moltissime in giro). Critica l "clich?" ? sempre lo stesso: da una parte i malviventi, dall’altra il poliziotto e la cosa, a lungo andare, potrebbe anche indurre alla noia. Ma ecco pronto il rimedio, che consiste nell’ambientare la solita storiella in una citt? sempre diversa, conferendo al lavoro il tono di un documentario turistico. Far da fondo, in questo film di Umberto Lenzi, ? toccato, stavolta, a Napoli. Realizzato con un certo impegno, il film, nel suo genere pu? dirsi ben fatto, denso com’?, tra l’altro, di episodi avventurosi che il Lenzi ha evidenziato con mestiere anche se, uniformandosi alla moda, ha concesso troppo spazio alla violenza e poco alla credibilit? di talune situazioni, affidandosi agli effetti speciali "gore-splatter" di Gino Vagniluca, inopportuni per un Poliziottesco. Qualche notazione divertente e una apprezzabile spettacolarit? completano il lavoro interpretato con impegno da un concreto Maurizio Merli. (Il Messaggero 01/09/1976) Osservazioni personali Massacrati dalla critica, i film di Merli rappresentano oggi uno spaccato abbastanza interessante sugli anni '70, ed una miniera di informazioni preziosa per quanto riguarda mezzi di trasporto, acconciature, moda e, pi? ingenerale, il clima di quegli anni difficili per l'Italia, vissuti tra crimine violento, terrosrismo e crisi morale. Sharing WidgetTrailer |