TIM BUCKLEY
DREAM LETTER
LIVE IN LONDON 1968
::->Cover<-::
::->Dati Album<-::
Autore: Tim Buckley
Titolo: Dream Letter Live in London 1968
Genere: Folk Jazz
Anno: 1990
Etichetta: Straight Records
::->Tracklist<-::
Disco 1
1. Introduction – 1:06
2. Buzzin' Fly – 6:14
3. Phantasmagoria in Two – 4:41
4. Morning Glory – 3:14
5. Dolphins – 6:50
6. I've Been Out Walking – 8:18
7. The Earth is Broken – 7:00
8. Who Do You Love? – 9:27
9. Pleasant Street / You Keep Me Hanging On – 7:58
Disco 2
1. Love from Room 109 / Strange Feelin' – 12:18
2. Carnival Song / Hi Lily, Hi Lo – 8:50
3. Hallucinations – 7:15
4. Troubador – 6:05
5. Dream Letter / Happy Time – 9:25
6. Wayfaring Street / You've Got Me Runnin' – 13:09
7. Once I Was – 4:29
Formazione
* Tim Buckley - Voce, chitarra 12 corde
* Lee Underwood - Chitarra acustica
* David Friedman - Vibraphone
* Danny Thompson - Basso
::->TIM BUCKLEY E DREAM LETTER<-::
Tim Buckley in stato di grazia compositivo,anche se prima di aver realizzato "Blue Afternoon", il suo indiscusso capolavoro,sbarca in Europa per il tour di "
Happy Sad "."Dream Letter" è il resoconto integrale del concerto tenutosi alla Queen Elisabeth Hall di Londra il 10 luglio del 1968.Accompagnato dal fedele
Lee Underwood alla chitarra ( Underwood scriverà anche le note al disco,uscito postumo nel 1990 ),da David Friedman al vibrafono e da Danny Thompson (
bassista dei Pentagle ) al basso,Buckley esplora e rilegge il repertorio dei primi tre albulm,inserendo in scaletta anche qualche strepitosa cover.Ciò che
stupisce di " Dream Letter" è il costante senso di presa diretta,di improvvisazione,di fantasia incontenebile e sbrigliata,come se Buckley cercasse di
realizzare la sua idea di free music e i suo afflati di ricerca anche in dimensione live.Se,infatti, il punto di partenza è il folk,la voce angelica, dolente
e malinconicissima di Buckley spazia fino ai confini del jazz,si inerpica in voluttuose scale rock, scende negli abissi di struggenti derive blues,si colora
di acido quando cavalca nelle praterie della psichedelia.La voce,in definitiva,diventa lo strumento più importante (a tratti, l'unico): non importa la
produzione,non importa poi così tanto il suono,nè l'utilizzo di una strumentazione variegata ed imponente ( qui,davvero ridotta all'osso ).A Buckley basta la
voce per spingere la musica verso i confini inesplorati di quel crossover innovativo e destabilizzante che troverà i suoi vertici nel già citato " Blue
Afternoon ", in " Lorca " e nel leggendario " Starsailor ". In " Dream Letter " c'è tensione,passione ed un'emozione che straripa letteralmente da ogni nota
del disco,a partire dall'epica " Mornig Glory ",fino al blues soffertissimo di " Who do you love " dei Carpenters,dalla malinconica "Pleasant Street",
avvinghiata in un tesissimo medley alla cover delle Supremes, "Keep me hanging on ", fino alla conclusione con la celeberrima " Once i was ",anthem del
raffinato e controverso cantautore newyorkese.Resta il rimpianto per la mancanza della splendida " I never asked to be your mountain",rancorosa canzone con
cui Buckley suggella il distacco dalla moglie Mary Guilbert,che aveva da poco dato alla luce il figlio di Tim,Jeff ( che qualche anno più tardi risponderà al
padre deceduto con quel brano di struggente rabbia dal titolo " What will you say ",con cui inchioderà il genitore alle proprie responsabilità ).
::->Dati Tecnici e Note<-::
FLAC + CUE
Cover allegata
TNTVILLAGE.SCAMBIOETICO.ORG