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[XviD - Ita Ac3]Sanguepazzo (2008) (Size: 1.37 GB)
DescriptionPaese Italia, Francia Anno 2008 Durata 150 min Colore colore Audio audio Genere biografico Regia Marco Tullio Giordana Soggetto Marco Tullio Giordana Sceneggiatura Leone Colonna, Marco Tullio Giordana, Enzo Ungari Produttore Angelo Barbagallo Casa di produzione BiBi Film, Paradis Films - Orly Films, in collaborazione con Rai Cinema, con la partecipazione di Canal+ Fotografia Roberto Forza Montaggio Roberto Missiroli Musiche Franco Piersanti Scenografia Giancarlo Basili Costumi Maria Rita Barbera Trucco Enrico Iacoponi Luca Zingaretti: Osvaldo Valenti Monica Bellucci: Luisa Ferida Alessio Boni: Golfiero/Taylor Maurizio Donadoni: Vero Marozin Alessandro Di Natale: Dalmazio Tresy Taddei: Irene Luigi Diberti: Cardi Mattia Sbragia: regista Danilo De Summa: Marò posto di blocco Luigi Lo Cascio: partigiano Sonia Bergamasco: prigioniera Lorenzo Acquaviva : Junio Valerio Borghese Premi Nastri d'argento 2009: migliori costumi 2 Ciak d'oro: miglior scenografia e migliori costumi 1945. A pochi giorni dalla Liberazione Osvaldo Valenti, attore famoso e ufficiale della X Mas guidata da Junio Valerio Borghese, decide di consegnarsi a una brigata partigiana comandata da Golfiero, regista inviso al Regime e mandato in passato al confino. Quella che Valenti cerca è la salvezza per sé e la sua compagna Luisa Ferida. A partire da questa resa si ripercorre la vita dei due personaggi rimasti a lungo sulla ribalta del cinema italiano. Valenti, attore istrionico e uomo pronto a qualsiasi esperienza fino a divenire tossicodipendente, incontra Luisa attricetta alle prime armi e ne fa la sua amante benché lei fosse invece pronta a concedersi a Golfiero non conoscendone l'omosessualità. Da quel momento inizia un rapporto intriso di passione e di voglia di ribellarsi al conformismo di regime pur rimanendo Valenti un sostenitore del fascismo al punto di rifiutare l'incarico di Direttore Generale dello spettacolo (una carica che dopo l'8 settembre gli avrebbe facilmente consentito di viaggiare con la Ferida allontanandosi cosi' dall'Italia dilaniata). I due invece scelgono di unirsi alla Repubblica Sociale. Valenti trova in Borghese un altro personaggio al di fuori delle regole e si arruola nella X Mas. Nel momento del crollo di tutte le speranze di una revanche nazifascista i due però godono di una pessima fama. La vox populi vuole infatti che abbiano coadiuvato le abominevoli azioni di tortura della banda guidata dallo psicopatico Koch e che Luisa abbia anche danzato nuda per eccitare i torturatori. Sarà questo marchio d'infamia (mai supportato da prove convincenti) che li condurrà all'esecuzione. Marco Tullio Giordana è senz'altro un regista coraggioso. L'uomo che aveva esordito con Maledetti vi amerò e che ha diretto film dal forte marchio di impegno progressista come I cento passi e La meglio gioventù rischia ora di essere inserito d'ufficio nella lista dei peggiori revisionisti della storia della Resistenza. Un progetto cullato da quasi trent’anni per l’impossibilità di trovare finanziamenti, e sulla cui sceneggiatura Marco Tullio Giordana è intervenuto più volte (prima con Enzo Ungari, poi con Leone Colonna), divenuto possibile dopo il successo de "la meglio gioventù", il "sanguepazzo" - sinonimo siculo di "testa calda" - è quello di una donna e di un Paese spaccati in due. Una divisione propria anche dell’opera, che eticamente critica, sì, le debolezze nazionali ("gli italiani si stanno precipitando in soccorso al vincitore"), ma oggettivamente è a rischio revisionismo. Sia nella pericolosa equiparazione tra i cadaveri esibiti (quelli del partigiano nelle acque veneziane, di Mussolini e Petacci a piazzale Loreto - dove in precedenza il Regime aveva fatto scempio dei resistenti, è bene saperlo - e dei due antieroi fucilati) che nel processo sommario ("dì quello che vogliono" dice Zingaretti/Valenti al testimone d’accusa, che emblematicamente è il suo amorale assistente personale, e "abbiamo fatto giustizia" sentenzia nel cameo finale il partigiano Lo Cascio, intendendo l’opposto). Artisticamente, Giordana sa unire la squallida visita interessata ai feriti all’ospedale con la liricità delle pizze del film girato da Valenti portate sempre con sé dalla coppia nei rocamboleschi spostamenti, che è un omaggio al cinema e al sogno schiacciati dalla realtà. Però il respiro è un pò corto, tra gli amplessi, e se Zingaretti giustamente và sopra le righe, Bellucci azzecca uno sguardo intenso nell’intero film. Non molto, per una protagonista passionale. La frase: "non è che sia fascista, lui è Sandokan". Federico Raponi
wikipedia.it e filmup.leonardo.it per le info. imageshack per l'hosting delle immagini. Related Torrents
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